E’ il passo succesivo a quello concettuale: è il processo operativo volto alla sua realizzazione, e che possiamo suddividere in tre fasi:
• L’indagine: organizzazione del lavoro (sapere aziendale - economico - organizzativo)
• L’indagine: l’intervista per andare a caccia del quotidiano (azioni e significati)
• La trascrizione e lo stile
L’eperienza induce ad affermare che la fase più delicata è quella dell’intervista, dell’incontro, della relazione, perché se questa fallisce l’evocazione s’interrompe, la memoria traballa e i tanti episodi che sono dormienti nella nostra mente vi rimangono lì per sempre.
Proprio per questo è necessario :
evitare le trappole di una intervista:
– Tendenza a parlare della struttura, dei ruoli, delle situazioni aziendali, dei problemi, dell’ambiente, del clima.
– Tendenza parlare di conoscenze, procedure e processi di lavoro.
– Tendenza a parlare di risultati disgiuntamente dallo svolgersi dell’azione.
– Tendenza a parlare di giudizi, opinioni, credenze e commenti: “l’emergere soggettivo”.
– Tendenza a parlare dell’azione di lavoro, materiale e mentale.
abbattere gli ostacoli dell’intervista:
– Chi sa, non sempre sa di sapere. I soggetti prendono coscienza del loro sapere e valore nel momento stesso in cui pensano alla risposta da dare.
– Chi sa non sempre ricorda. Semplicemente si perde il contatto con l’esperienza passata e lo sforzo e quello di ripescare tra le migliaia di azioni quelle contestualizzabili nel colloquio.
– Chi sa non sempre vuole scendere nei dettagli dell’azione di lavoro: può essere interpretato come un’invadenza, un’intromissione nelle attività più elementari che denotano il vero contenuto professionale della posizione.
– Chi sa, non sempre vuole raccontare. E’ bene stabilire un patto psicologico iniziale, dove definire i tempi della relazione, i contenuti, obiettivi e la disponibilità a raccontarsi.
– Chi sa non sempre vuole raccontare perché non riconosce i criteri d’indagine dell’interlocutore. “non racconto perché non riconosco nel mio interlocutore le competenze a tale indagine, e quanto fa non è frutto di tecniche, ma d'improvvisazione. E poi non porta a nulla”.
evitare con abilità i condizionamenti dell’intervista:
• l'individuo che abbiamo di fronte ha agito, nella maggior parte dei casi, senza essere in grado di confessare i motivi consapevoli che l'hanno spinto a certe azioni e decisioni;
• l’individuo può essere strumento inconsapevole di altri individui e d’interessi di parte costituiti.
• in certi casi gli effetti delle azioni non sono né attesi né auspicati da coloro che agiscono.
Collegare gli individui ad azioni spesso diverse tra loro, a volte opposte rispetto ai risultati che gli stessi si proponevano di raggiungere.
• le risposte della persona sono legate a quanto accaduto, cioè rilette nella sua mente con il senno del poi. Tutto quanto poteva accadere è dimenticato, le alternative aperte vengono come cancellate e si rilegge il passato sui successi o gli insuccessi realmente accaduti, siano essi volontari o involontari.